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Consigli per le persone diabetiche per prevenire complicanze ai piedi
 
Il diabete è in aumento specie nelle popolazioni così dette civile o nelle popolazioni civilizzate Il motivo va da ricercarsi nello stile di vita che una persona del mondo occidentale o dei paesi che si stanno industrializzando 1) Poco movimento 2) mancanza di tempo da dedicare a passeggiare e a rilassarsi 3) Stress 4) iperalimentazione 5) alimentazione sbagliata e non sana con troppi grassi e zuccheri 6) invecchiamento della popolazione 7) Mancanza di prevenzione a livello sanitario e personale Ci troviamo di fronte al fatto che tante persone non sanno di essere diabetiche Il consiglio quindi è di andare dal proprio medico almeno una volta all’anno ed esporre i propri problemi, i propri dubbi , mentre sarà il medico ad indagare su possibili malattie o patologie in fieri o conclamate Una volta che sappiamo che siamo diabetici, dobbiamo cambiare stile di vita In primi mettersi a dieta aiutati dal medico o da un dietologo o da un dietista Poi fare movimento, ginnastica in qualsiasi modo ma sempre con l’ausilio del proprio medico che dirà quale ginnastica e movimento è adatta al vostro fisico Affidarsi al proprio medico o ad un diabetologo per vedere se necessita di una terapia orale o con insulina o se basta una dieta Dovere poi fare controlli giornalieri della vostra glicemia nel sangue e almeno ogni mese delle urine Un consiglio che deve essere sempre presente è osservarsi Come ? Dovete osservare se urinate più del solito o in maniera abbondante o se vate più sete del normale e in questo caso consultare subito il proprio medico Secondo osservare bene il proprio corpo in modo i piedi Sapete che il diabete conduce prima o poi o in grande percentuale ad una microangioneuropatia degli arti inferiori oltre ad altre malattie come quelle oculare o renali eccc. Poichè la neuroangiopatia degli arti inferiori comporta una minore sensibilità specialmente per il dolore ai piedi si deve osservare se vi procurate una lesione anche minima ai piedi. Se uno spillo vi punge spesso non ve ne accorgete in quanto avendo meno sensibilità non pensate di esservi punti. E allora dovete osservavi spesso, tutte le volte che avete i piedi senza calze.. Ma cercate di camminare sempre con scarpe aperte o chiuse ma che abbiamo una suola resiste agli insulti specie a punta Ricordatevi che esistono scarpe per diabetici che servono a scaricare i punti dei piedi più deboli o malati e per questo dovete sentire il vostro medico, o il diabetologo o un ortopedico Se vedete che vi siete punti o ferite la prima cosa è disinfettare la zona ed assumere un antibiotico con consiglio del proprio medico in quanto difficilmente si sa riferire quando si è avuta la ferita e non si può giudicare se esiste una iniziale infezione o meno Se avete un dolore al piede andate dal vostro medico o da un ortopedico o da un diabetologo per vedere se necessita fare una radiografia o una RNM e studiare in segmenti ossei che possono avere una osteomielite Ricordatevi che la prevenzione è sempre primaria ( evitare le lesioni e tenere il diabete entro valori stabili e accettabili) ma anche secondaria in modo da curare prima possibile le lesioni che possono apparire modeste e spesso vengono sottovalutate Nel Reparto che dirigo nella Casa di Cura Rizzola il paziente può seguire tutto l’iter diagnostico e terapeutico per limitare i danni e per potere curare la malattia e in modo particolare le complicanze. In modo particolare applicando la ossigenoterapia normobarica che poi può essere proseguito a domicilio si possono avere risultati ottimali
 
La Prevenzione della Osteoporosi aiuta a prevenire lesioni agli arti inferiori
 
Abbia piu volte detto che la osteoporosi è una patologia che colpisce spesso le donne e che può portare come complicanza Oggi salutiamo una iniziativa che che si attua in tutta Italia Ma ci fa picare che a San Donà di Piave sia stata scelta la Casa di Cura Rizzola in quanto è stato invitato ad un progetto il Dr Francescon che collabora con noi non solo nella Geriatria e nella Osteoporosi ma anche nel trattamento delle lesioni trofiche degli arti inferiori ( ulcere, piede diabetico ecc.) Nella Casa di Cura Rizzola si è sempre tenuta in considerazione la Prevenzione con varia iniziative (melanoma, Neoplasia mammaria ecc ) e oggi anche per la osteoporosi Il Dott. Francescon partecipa ad un progetto Nazionale sulla prevenzione dell’Osteoporosi Il Dott. Francescon Alessandro, che conduce l’Ambulatorio di Osteoporosi della Casa di Cura Sileno e Anna Rizzola , è stato invitato a dare la sua adesione a partecipare al progetto “Amico- Settimana Nazionale dei disturbi osteoarticolari” che vede coinvolti 100 Centri di Eccellenza di tutta Italia. Il prestigioso Progetto, alla sua prima edizione, è stato promosso dalle più importanti Società Scientifiche Italiane. La SIOMMS,Società Italiana dell’Osteoporosi, del Metabolismo Minerale e delle Malattie dello Scheletro, la SIOT, Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia, la SIR, Società Italiana di Reumatologia, la ANMAR, Associazione Nazionale Malati Reumatici e la FEDIOS, Federazione Italiana Osteoporosi e Malattie dello Scheletro hanno deciso di promuovere la “Settimana dei disturbi Osteoarticolari”, in programma , dall’8 al 12 ottobre 2012. L’iniziativa prevede un indagine conoscitiva su un campione di medici e pazienti nella seconda settimana di Ottobre. In Centri specializzati distribuiti su tutto il territorio Nazionale si eseguiranno visite gratuite a favore dei cittadini che ne faranno richiesta, telefonando dal 1 ottobre 2012 al Numero Verde 800 122 793 (giorni feriali ore 9-18). Il paziente sarà informato sulle strutture più vicine alla sua residenza , che partecipano al Progetto e potrà, quindi, prenotare una visita gratuita fino ad esaurimento della disponibilità delle visite. Nella Casa di Cura Sileno e Anna Rizzola, il Progetto sarà indirizzato alla Prevenzione dell’Osteoporosi, patologia sotto- diagnosticata, la cui diagnosi precoce, oggi possibile, consente di attuare adeguate norme di prevenzione e terapia.
 
Percorso razionale per le ulcere degli arti inferiori
 
Quando una persona si presenta nell’ambulatorio dedicato alla patologia delle ulcere degli arti inferiori la strada razionale da seguire secondo la nostra esperienza è la seguente 1) Anamnesi per capire la eziologia della lesione 2) esame obiettivo per vedere le caratteristiche della lesione e valutare se vi è una componente venosa, arteriosa o diabetica 3) Programmare gli accertamenti : Ecodoppler venoso e arterioso; es culturale e antibiogramma dalla lesione; eventuale radiografia se la lesione è su piede diabetico. Come secondo livello AngioRNM , consulenza diabetologica, visita oculistica e esami per definire la crasi ematica, la funzionalità epatica e renale. 6) Tearapia antibiotica mirata 4) se la lesione presenta zone di necrosi, di fibrosi, osteomielite ecc si deve programmare una toilette chirurgica della lesione. 5) Eseguire terapia medica ( se insuff arteriosa) o angiopalstica o bypass se necessita di una rivascolarizzazione. 6) asportazione di zone ossee con osteomielite 7) Medicazioni con sola fisiologica o H2O2 e ossigenoterapia normobarica topica per almeno una ora al giorno 8) Medicazioni e controlli settimanali o con tempi decisi a secondo la situazione locale o generale Riteniamo che questo sia l’approccio razionale ad un paziente che presenta una lesione trofica degli arti inferiori ( ulcere o piede diabetico)
 
Un video che mostra Come si può asportare un focolaio di osteomielite in un piede diabetico senza amputare e conservare le 5 dita
 

 Come si può asportare un focolaio di osteomielite in un piede diabetico senza amputare e conservare le 5 dita.

 
Lo Spot dell’Ulcosan per gli Ospedali e per Domicilio
 

 Nelle televisioni regionali e su You Tube lo Spot su Ulcosan. Prossimamente lo Spot in Inglese

 
Potete vedere l’intervista al Dr Lucio Marrone sui progressi a Santa Cruz della terapia con Ulcosan
 

 Nelle televisioni regionali e su You Tube il Video delle novità in Spagna.

 
Prevenire l’Osteoporosi previene anche il nascere di lesioni agli arti inferiori
 

Pubblichiamo qui questo interessante articolo del Dott Francescon, specialista in Osteoporosi in quanto spesso la osteoporosi può contribuire con le lesioni che ne susseguono al formarsi di lesioni trofiche agli arti inferiori. La prevenzione di tale patologia è quindi fondamentale nel prevenire anche le lesioni degli arti inferiori

 

Prevenzione dell’Osteoporosi e individuazione dei soggetti da sottoporre all’indagine di densitometria ossea

 A cura di : Dott.Alessandro Francescon, Specialista in Geriatria e Gerontologia

 Ambulatorio di Osteoporosi- Casa di Cura Sileno e Anna Rizzola, San Donà di Piave (Ve)-

 

L’ osteoporosi è una malattia in cui vi è la riduzione della densità minerale ossea (BMD), ciò porta a una fragilità dello scheletro e ad un aumentato rischio di fratture, in particolare a livello della colonna vertebrale, dell’anca e del polso. La prevenzione delle fratture è un obiettivo che  consente un miglioramento della qualità della vita per la riduzione della disabilità e la  riduzione dei costi socio sanitari derivanti dalla perdita dell’autosufficenza.

Conoscere i fattori di rischio dell’osteoporosi che ci riguardano è il primo passo per rallentare o prevenire questa malattia. E’ possibile, infatti, rallentare la perdita  dei sali minerali e della massa dell’osso intervenendo sul suo turnover, cioè sul processo di rimodellamento dell’osso.

Esistono strategie di intervento  che possono prevenire o ridurre gli effetti dell’osteoporosi, una volta che si è riconosciuto il rischio.La densitometria ossea associata ad una esperta valutazione clinica si può ritenere adeguata ai fini  di una prevenzione e cura dell’osteoporosi sia per il maschio che per la femmina.

Il fumo di sigaretta, l’assunzione in eccesso di alcol e di caffè, le sostanze stupefacenti, l’uso di determinati farmaci che interferiscono sul metabolismo osseo risultano fattori di rischio di osteoporosi per entrambi i sessi.

Nel maschio, inoltre, il 25-30 % è destinato a incorrere in una frattura da osteoporosi nel corso della vita con elevate conseguenze invalidanti e, anche per questo motivo, l’osteoporosi viene sempre più studiata anche nei maschi. Spesso è  conseguenza o associata ad altre patologie croniche come la  bronchite cronica ostruttiva,  l’insufficenza renale cronica , le epatopatie croniche, etc. Altri fattori di rischio sono: precedenti fratture da fragilità, familiarità per osteoporosi e fratture ossee, ipogonadismo, presenza di malattie osteopenizzanti (malattie reumatiche,emolinfopatie, malattie neoplastiche,etc),disendocrinopatie (Iperparatiroidismo,Sindrome di Cushing ,Ipertiroidismo ,Diabete mellito di tipo I e altre malattie endocrine), riscontro radiologico di osteopenia o deformazioni vertebrali, distrurbi nutrizionali comportanti  ridotto introito di calcio e Vitamina D, magrezza con indice di massa corporea

Nella donna il rischio di osteoporosi  aumenta in quanto a tutte le patologie e i fattori di rischio su considerati si possono addizionare altri fattori di rischio quali la menopausa precoce (

Per quanto riguarda il paziente anziano, va fatta una  citazione particolare sull’uso dei farmaci. L’anziano, spesso, assume molti  farmaci ed è importante conoscere  la loro eventuale azione sul metabolismo osseo. Particolare attenzione va posta all’uso di cortisonici, se assunti per un periodo prolungato, immunosoppressori, chemioterapici, anticonvulsivanti  e molti altri.

In conclusione, si rende necessario  individuare i  pazienti che per fattori genetici , o  per la presenza di fattori di rischio o patologie pregresse o  in atto, è opportuna l’esecuzione della densitometria ossea visto che la riduzione  della densità minerale ossea (BMD) rappresenta uno dei maggiori fattori di rischio per le fratture da fragilità. In particolare, questo tipo di esame e la valutazione clinica  vanno fatte negli anziani affetti da una polipatologia e  che assumono molti farmaci, con frequenti episodi di caduta, fattore, quest’ultimo, determinante  la frattura  da fragilità.

 

 
Come trattare il Piede diabetico e le sue complicanze : Percorso razionale dalla diagnosi alla terapia
 

Con il termine “piede diabetico”  si indica la  patologia che può svilupparsi a carico del piede nei pazienti affetti da diabete mellito.

Non tutti I pazienti dibaetici vanno incontro al Piede Diabetico ma solo una parte e si tratta in genere di pazienti che non sanno di essere diabetici, che non si curano e che quindi hanno una glicemia alta e specialmente hanno sbalzi glicemici in quanto oltre a non curaris non fanno una dieta appropriate.

Vanno più facilmente incontro a tale patologia I diabetici che fumano e che hanno disturbi circolatori , specie arteriosi . Ma non bisogna dimenticare che si sommano fattorti venosi come esiti di trombosi profonda e insufficienza venosa superficiale.

I fattori che influenzano tale patologia sonoi la polineuropatia periferica, l’arteriopatia periferica , la insufficienza venosaa e le infezioni. Tali fattori possono esere presenti singolarmente  ma  più frequentemente, coesistere .

La patologia del piede diabetico e delle sue comlipcanze è in aumento.

L’aumento è è dovuto all’invecchiamento della popolazione, all’umento dei diabetici ( problema di stile di vita) e naturalkmente ad aumento di sopravvivenza dei pazienti diabetic.

Il piede  diabetcio è diventato un problema sanitario e sociale.

Per tale motive si spiega la nascita in ogni Ospedale o quasi di un servizioo o di un reparto che si occupi di questa patologia  per cercare di prevenirla, di diagnosticarla e di curarla nella maniera ottimale

I problem che nascono da un piede diabetic non curato o non curato in maniera ottimale comportano  lunghi periodi di cure ambulatoriali, di prolungati e ripetuti ricoveri ospedalieri e, spesso di mutilazioni minori ma anche maggiori.

Secondo il Basel Study  che si è esteso per 5 anni sono stgate eseguite amputazioni maggiori nel 6,8% dei pazienti diabetici rispetto allo 0,6% dei non diabetic, in relazioni ad alter patologie come l’arteriopatia.

 Negli Stati Uniti le amputazioni per cause ischemiche sono circa 200 per milione di abitanti per anno tra i non diabetici, circa 3900 per milione per anno tra i diabetici.. Interessante il dato che emerge da vari studi  che mostra che il numero di amputazioni per cause ischemiche è risultata essere 10,3 volte maggiore per gli uomini e 13,8 volte maggiore per le donne con diabete rispetto ai non diabetici.

In Italia non abbiamo ancora dati sicuri e comprensivi di varie regioni ma solo dati frammentari.

Stannmo sorgendo vari centric he si occupano di tale patologia e fra non molto si avranno dati attendibili

I costi sono noti in alter nazioni e I dati più significativi sono quelli degli Stati Uniti  ma sono viziati e non comparabili per la differenza della assistenza sanitaria.

Per fare un esempio comparative si tenga presente che il costo di una amputazione di un piede  diabetic si aggira sui 10.000 dollari mentre in Italia in DRG si aggira sui 4500 euro.

 Vi sono poi problem legati alla diagnosi , alla terapia e alla riabilitazione di tale patologia. Vengono chiamati a collaborare  il diabetologo, il  podologo, il chirurgo generale e il chirurgo vascolare , l’infettivologo , l’ortopedico il radiologo ,il fisoterapiasta , il posturologo  ecc.

La nascita di vari centri e la speciliazzione di vari sanitari tendon a ridurre al minimo le amputazion I e se possibile limitare le amputazioni alle minori, olter a ridurre i tempi dei ricoveri, i ricoveri stessi, il disagio del paziente e dei familiari, oltre naturalmente a ridurre I costi della sanità pubblica e I costi sociali

Il paziente deve seguire un percorso razionale

Il medico di base o di medicina generale deve essere il punto fermo di ogni paziente

Sarà il medico di medicina generale a inviare il paziente a fare delgi accertamenti o a mandarlo dal chirurgo o dal diabetologo a secondo che il paziente presenti un diabete non trattato o critic o se il paziente presenti una lesione  al piede da trattare chirurgicamente

Sarà poi il diabetologo o il chirurgo a segnare la strada da seguire. Questa può essere data da accertamenti ematologici o strumentali o da un ricovero urgente

Il ricovero urgente si rende necessario nei seguenti casi

1.      Piede ischemico (ulcerazione o gangrena del piede e/o ischemia critica con persistente dolore ischemico a riposo)

2. Ulcera ad eziologia neuropatica infetta

Ambulatoriamente o da esterno devono in ogni caso programmatic con urgenza o meno I seguenti accertamenti

Doppler arti inferiori e visita eventuale  Chirurgo Vascolare

Rx piede

Arteriografia arti inferiori ed eventuale angioplastica

Visita Ortopedica (in previsione di eventuali amputazioni)

 Tampone ulcera per antibiogramma mirato o agoaspirato tessuti profondi o biopsia dell’ulcera eventuale

Eventuale RMN piede (in caso di sospetta osteomielite)

Eventuale Visita Chirurgo Plastico (per courettage esteso dell’ulcera)

Medicazioni locali

Trattamento antibiotico sistemico parenterale (in caso di sepsi e/o di lesioni ulcerative infette)

 

Alla dimissione il paziente avrà un percorso dedicato e sarà seguito sempre dalla stessa equipe medica che potrà valutare meglio lo stato comparative dell’andamento della patologia

Dobbiamo tendere ad un miglioramente della diagosi della eziologia della patologia e a dare al paziente una terapia opportune nei tempi brevi o consono allo stato della patologia. In questo modo ci saran vantaggi per il paziente che vedrà ridotta la possibilità di ampuatazioni specie maggiori, una diminuzione di costi e un sollievo psicosociuale al paziente e ai familiari. La diminuzione delle giornate di degenza sono importanti.  Al giorno d’oggi non è compatibile con la medicina moderna e con la prevenzione di possibili complicanze che un paziente rimanga ricoverato un mese o due per una lesione al piede diabetico

 
Lo spot dell’Ulcosan. Prossimamente la versione inglese
 

 Nelle televisioni regionali e su You Tube il nuovo spot sull’Ulcosan.

 
Il Dott Madeyski non lascia San Donà come apparso sulla stampa
 

Poiché quasi ogni giorno incontro persone che credono che sia andato o mi trasferisca a Santa Cruz di Tenerife come pubblicato in un articolo della Nuova Venezia un mese orsono, credo opportuno avvisare attraverso  i media ( F.B. e i siti che gestisco) che non mi muovo da San Donà di Piave. Continuerò a lavorare presso la Casa di Cura Rizzola nella quale dirigo il Comparto di Chirurgia.

E’ vero che sono stato all’Università di Santa Cruz di Tenerife  invitato ad insegnare ed illustrare le mie terapia con la ossigenoterapia normobarica . Sia all’Università che nei Centri di Medicina pubblici e privati stanno lavorando secondo i miei protocolli  e ogni tanto andrò per seguire i lavori e fare consulenze. Ma andrò all’incirca una settimana ogni 6 mesi.

Negli ultimi anni ho creato dei tragitti dedicati e specializzati per la diagnosi e la terapia delle ulcere degli arti inferiori e del piede diabetico, per diagnosi e terapia del melanoma oltre alla senologia della quale mi occupo da oltre 30 anni con il supporto dei vari specialisti che operano nella Casa di Cura Rizzola