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Come curare il piede diabetico

Pazienti.it ha intervistato il Paolo Madeyski, specialista in chirurgia generale su come curare il piede diabetico. Naturalmente il piede diabetico e le varie complicanze

terapie del piede diabetico

Su Pazienti.it il Dr Madeyski Parla delle terapie del piede diabetico

Curare il piede diabetico è possibile, sebbene la migliore arma sia sempre quella della prevenzione.

Ce lo conferma il dr. Paolo Madeyski, chirurgo generale.

Quali sono ad oggi le cure possibili per il piede diabetico?

La vera cura del piede diabetico è rappresentata senza dubbio dalla prevenzione.

Per non correre il rischio, il soggetto dovrà ispezionare per bene i piedi, dovrà evitare di camminare senza scarpe, dovrà evitare le fonti di calore dirette (borsa calda, caminetto, stufa, ecc.), dovrà curare eventuali calli con l’aiuto di un podologo esperto e dovrà sottoporsi a un’accurata visita dal medico almeno una volta l’anno, per controllare approfonditamente lo stato di salute dei propri piedi.

Il medico, dopo un’accurata anamnesi, effettua l’esame obiettivo e controlla eventuali esami del paziente. Oltre agli esami del sangue per il diabete e la funzionalità renale, importante è un ecodoppler arterioso agli arti inferiori e ai tronchi sovra aortici, per valutare come impostare la terapia. Solo in casi particolari si passa ad angiografia RNM. Importante è, invece, l’esame culturale e l’antibiogramma, se ci sono lesioni aperte.

In cosa consistono le cure mediche e riabilitative per il piede diabetico?

Dopo la prevenzione, l’unico modo per curare il diabete è mantenere uno stile di vita sanomangiare in modo equilibrato, per avere giusti livelli di zucchero nel sangue, e fare movimento. Anzi, il movimento attivo se misurato è la miglior medicina.

Diversi sono i farmaci a contrastare il piede diabetico:

  • Antibiotici per le infezioni, consigliati sempre dopo aver fatto un esame culturale e un antibiogramma.
  • Farmaci vasodilatatoriche servono a portare maggiore afflusso arterioso periferico.
  • In base alle lesioni, il paziente ha bisogno di assistenza dell’infermierepiuttosto frequente (generalmente quotidiana) per il cambio della medicazione e per scegliere la calzatura più adatta con aiuto di podologo e posturologo.
  • Plantari e calzature ortopedicheche permettono il corretto appoggio del piede, scaricando il peso del corpo su tutta la sua superficie.
  • Medicazione specifica per le ulcere(se in corso) per guarirle in modo efficace.

Qual è il trattamento chirurgico per il piede diabetico?

Tra i trattamenti chirurgici per il piede diabetico troviamo:

  • Angioplastica e posizionamento di stent in vasi ostruiti o stenotici.
  • Necresectomia delle zone necrotiche o con fibrina.
  • Amputazioni minori (falangi, metatarsi e asportazioni di frammenti ossei malarici).

La gangrena può essere provocata da un’ulcera del piede diabetico che si approfonda poi nel piano osseo. Complice la ridotta sensibilità dei nervi, si può arrivare a un’ulcera profonda con infezione.

I problemi circolatori causano un alto rischio di infezione; l’infezione e l’angiopatia diabetica portano a un’ulteriore riduzione del flusso di sangue, causando la gangrena, cioè la necrosi dei tessuti del corpo.

Quando si sviluppa la gangrena, bisogna eseguire un’amputazione della zona malata e può essere un’amputazione maggiore o minore, a seconda della quantità di piede da amputare (cercando sempre di amputare il meno possibile ed evitando, se possibile, di arrivare all’amputazione dell’arto intero, per prevenire la diffusione dell’infezione ad altri tessuti sani del corpo).

Quando si perde la capacità di sentire le dita dei piedi, questi si possono ferire frequentemente, senza che la persona se ne accorga; spesso poi da una ferita si può sviluppare un’ulcera, che può scaturire in una grave infezione. Il medico rimuove il tessuto morto; poi, vi è la possibilità di utilizzare vari metodi e metodiche per coprire il tessuto mancante o farlo rigenerare:

  • Può essere usata la sostituzione, con innesti di pelle o con vari tipi di medicazioni più meno avanzate.
  • Si può stimolare la rigenerazione dei tessuti asportati con metodi alternativi, che si raggruppano nella cosiddetta medicina rigenerativa.
  • Da anni si usa la ozonoterapia, sia in forma di bagni della zona o con olio ozonizzato, sia con infiltrazioni locali con la autoemoterapia ozonizzata.
  • Lacamera iperbarica ha delle controindicazioni locali e sistemiche, oltre che di distanza dei centri.
Ulcosan New

Ulcosan New o Camera Madeyski

 

È stato inventato nel 1999 e migliorato fino all’ultimo modello, il ULCOSAN NEW o  CAMERA MADEYSKI,  l’ossigeno in normobarismo. Con tale metodo si porta l’ossigeno a contatto con la lesione a una concentrazione del 95% in 6 minuti senza iperbarismo. Non vi è alcuna controindicazione locale o sistemica e in più arriva l’ossigeno direttamente a contatto con la lesione.