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La elastocompressione : utile ma solo se razionale

Vogliamo con questo articolo parlare della elastocmpresisone in quanto ha una importanza rilevante ma solo se eseguita razionalmente e sotto consiglio o sorveglianza sanitaria ( medica o paramedica) Trattiamo l’argomento in quanto è una delle terapia a volote solo complementare ma anche a volte l’unica terapia per le ulcere flebostatiche L’ulcera flebostatica riconosce come causa la stasi venosa e in parte linfatica. Tale stasi può prevenire da una insufficienza venosa superficiale o profonda. La stasi può trovare una soluzione in un trattamento chirurgico se la insufficienza venosa proviene da una insufficienza della grande safena e meno frequentemente della piccola safena o da perforanti alla gamba Ma non sempre è possibile applicare la terapia chirurgica per cause locali o generali. In questo caso la elastocompressione è un metodo utile che porta spesso vantaggi. Lo stesso dicansi quando la insufficienza venosa è di tipo profondo come esiti di trombosi o tromboflebiti Il bendaggio elastocompressivo ha effetti terapeutici sul macro e microcircolo in caso di insufficienza venosa cronica. Un bendaggio elastocompressivo provoca una riduzione del calibro venoso e dei reflussi patologici aumentando la velocità laminare del sangue refluo, riduce il sovraccarico valvolare, migliora il trasporto linfatico, riduce l’edema interstiziale. Per l’elastocompressione impiegheremo bende con una componente elastica predominante, tale da dare alla benda un allungamento fino al 140 % della sua lunghezza. Nei pazienti deambulanti in linea di massima è preferibile un bendaggio elastocontenitivo, confezionato con bende a corta estensibilità o addirittura senza elastico. Questo bendaggio che come quello elastocompressivo dovrà partire dalle teste metatarsali e arrivare almeno fino al cavo popliteo, Questo tipo di bendaggio trova impiego in pazienti che mantengono l’autonomia del cammino e può rimanere in sito per parecchi giorni. Si utilizzano sistemi di bendaggio multistrato, sfruttando bende medicate come quelle alla cumarina o all’ossido di zinco aventi effetti anti edemigeni e ristrutturanti per la pelle. Per questi tipi di bende contenenti pasta o colla occorrerà tenere presente l’effetto di accorciamento delle bende stesse nel momento in cui si essiccano. Pertanto, è sconsigliabile un bendaggio a spirale che rischierebbe di strozzare l’arto bendato. Utilizzare la tecnica a “cerniera”: mezzo giro avanti e mezzo indietro. Tipi di bende I bendaggi hanno proprie caratteristiche che li rendono adatti a svolgere particolari azioni terapeutiche, quindi a seconda del momento causale dovrà essere applicato il bendaggio più adatto . Per questo motivo dobbiamo distinguere diverse categorie di bende. 1. BENDE DI FISSAZIONE (fissano una medicazione, un catetere, un ago ad una parte del corpo). Son o anaelastiche . 2. BENDE DI SUPPORTO ·Bende tipo ideal; contengono il 65% di cotone e il 35% di poliammide .Hanno elastico nella tramatura ed orli cuciti che possono causare lacci di contenzione. Sono economiche
 · Bende ideal; rispettano le norme DIM 61232 perciò devono avere gli orli tessuti a bordo macchina, che non si sfilano e non causano lacci, ed inoltre devono contenere minimo 80% di cotone ed il restante materiale deve essere viscosa (fibra naturale). Queste bende, proprio per le loro caratteristiche possono essere utilizzate per bendaggi elastocompressivi leggeri.
 · Bende adesive. Sono sempre autoaderenti. La stoffa, che può essere elastica, è ricoperta da una massa adesiva (ossido di zinco, caucciù o polialcrato). Le bende all’ossido di zinco, autoaderenti, a corta estensibilità sono indicate per i bendaggi a lunga permanenza. 3. BENDE COMPRESSIVE Sono bende che provacano una pressione attraverso una tensione data dall’uso di appropriate bende. Le bende ad azione compressiva hanno diverse caratteristiche che ci permettono di utilizzarle in base alle caratteristiche del paziente e all’azione terapeutica che si vuole ottenere. Caratteristiche delle bende 1. Elasticità · Anaelastiche. Non sono estensibili. Offrono il miglior supporto durante il lavoro muscolare, cioè hanno un’alta pressione in attività e una bassa pressione a riposo. I bendaggi anaelastici vengono sempre eseguiti senza tensione.
· Mono elastiche solo in senso longitudinale per aggiunta di fili elastici nell’ordito. Bielastiche elastiche in senso longitudinale e trasversale per aggiunta di fili elastici sia all’ordito che alla trama 2. Estensibilità L’estensibilità è data dal rapporto tra la lunghezza della benda in tensione e la lunghezza della benda a riposo.
 · Corta estensibilità :estensibili dal 40 al 70 %, adatte a pazienti deambulanti. · Media estensibilità : estensibili dal 70 al 140%.Presentano una uguale pressione di riposo e di lavoro. · Lunga estensibilità: estensibili oltre il 140 %. Contengono fili di poliuretano e materiali elastici, di conseguenza sviluppano una elevata pressione a riposo. 3. Compressione La pressione di compressione è la pressione esercitata sul tessuto dalla benda compressiva. In genere viene misurata in mm hg e dipende dal tipo di benda e dal tipo di tensione data da chi la applica . Esistono pertanto bende a compressione:
· Leggera
· Media
· Forte Caratteristiche del bendaggio Può essere di tipo fisso (con bende all’ossido di zinco, adhesive che ha una durata di 5- 15 giorni e una guarigione nel 20%. dei casi
) Questo bendaggio ha un alto potere di ridurre l’edema però riducendo l’edema può ridurre la pressione del bendaggio Naturalmente ha scarso potere assorbente delle secrezioni
 e può portare alla macerazione della cute, con dermatite da contatto o irritativa
. Per tale motivo può emanare cattivo odore. Trova indicazione per edemi di diversa natura, ulcere con poco secreto, varicocoflebite
, mantenimento dopo T.V.P., infedemi e profilassi delle patologie venose in gravidanza
. Il bendaggio poi può essere mobile (con bende non adesive a corta estensibilità oppure bende non adesive a lunga estensibilità che hanno una durata di 12-48 ore e hanno una efficacia essere limitata dalla facile dislocazione delle bende.) Può essere uttile in caso siano necessari frequenti accessi alla ferita
 e quindi si può utilizzare per ulcere con produzione di essudato
, nella fase iniziale del trattamento dell’edema
e prevenzione della T.V.P. Il bendaggio può infne essere di tipo multistrato (fino a quattro strati utilizzando bende sovrapposte di vario tipo)
.Garantisce una compressione sostenuta, assicurando una pressione di circa 40 mm hg alla caviglia ,decrescente a 17 mm hg al ginocchio. Si può lasciare in situ fino a 7 giorni. Per la sua composizione assorbe in modo sufficiente per garantire il controllo dell’essudato fino ad una settimana senza necessità di cambiare il bendaggio. E’ controindicato in caso di microangiopatia diabetica in stato avanzato o patologia arteriosa con indice ABI inferiore a 0,8.
 Il bendaggio : modalità di confezionamento La terapia elastocmpressiva ha grande importanza e può essere molto utile ma deve seguire delle regole. Bisogna scegliere la benda giusta per la patologia in atto . La compressione deve essere crescente e non bisogna creare delle pieghe che possono favorire l’insorgenza di lesioni da decubito. Bisogna essere uniformi nel bendaggio in ogni segmento. Quando si f ail pendaggio l’arto deve essere sollevato di 45-60 ° e il piede va tenuto a 90° e non si deve impederne il movimento. La benda deve essere fissata intorno alla parte distale del piede con un doppio giro, quindi avvolta a spirale fin sopra la caviglia, per poi ritornare a coprire il tallone; la fasciatura continua lungo la gamba con ogni giro che copre la metà del giro precedente. E’ molto importante includere il tallone nella fasciatura per evitare l’effetto emostatico della caviglia con conseguente edema del piede. Le calze elastiche Al giorno d’oggi le bende sono quasi sempre sostituire con delle calze per problem di tempo e praticità e di facilità di uso. Distinguiamo tre tipi di calze elastiche:
 Preventive
· Antitrombo
· Terapeutiche
 Le calze agiscono attraverso una compressione predeterminata della fibra elastica . Si deve prima misurare il diametro (all’altezza della caviglia e del cavo popliteo) e la lunghezza della gamba a seconda del tipo di calza da impiegare. Calze preventive Si misurano in DEN ,ossia il calibro della fibra elastica con cui vengono intessute. Distinguiamo 3 tipi di calze: (40 DEN, 70 DEN ,140 DEN ) con una pressione che va dai 12 ai 18 mm hg. Il loro uso è a scopo preventive e quindi in assenza di patologia e la loro classe è data dai fattori di rischio per tipo di possibile patologia. Calze antitrombo Molto usate nel period postoperatorio a secondo protocolli di Ospedali o Reparti di Chirurgia. Esse hanno lo scopo o la funzione di prevenire la trombosi venosa profonda. Vengono indossate prima dell’intervento e rimosse alla piena mobilizzazione o alla dimnissione. Determinano una compressione di 18 mm hg. Calze terapeutiche Si misurano in mm hg e sono suddivise in 4 categorie o classi (K).
 · Classe 1 = 15 – 21 mm hg
 · Classe 2 = 23 – 32 mm hg
 · Classe 3 = 34 – 46 mm hg
 · Classe 4 = > 49 mm hg

. La calza deve essere indossata al mattino, prima della comparsa dell’edema, e mantenuta il più a lungo possibile, ma vanno rimosse durante il riposo notturno, perché la riduzione del tono muscolare determina una ridotta protezione dalla compressione.