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Nuove linee-guida IDSA sulla diagnosi e il trattamento del piede diabetico

Nuove linee-guida IDSA sulla diagnosi e il trattamento del piede diabetico Riportiamo qui sotto la notizia di aggiornamento delle linee guida per la diagnosi e la terapia del piede diabetico Come abbiamo più volte detto il diabete è in aumento e le complicanze naturalmente sono anche in aumento In modo particolare segnaliamo un principio sul quale spesso ci battiamo: l’uso indiscriminato di antibiotici Giustamente non tutte le ulcere sono infette . Ma specialmente quando abbiamo eseguito una detersione della lesione e eseguiamo successivamente la ossigenoterapia normobarica a livello della lesione , non esiste alcuna necessità di trattamento antibiotico Noi usiamo l’antibiotico solo in presenza di osteomielite e anche qui una volta che abbiamo eseguito una toilette chirurgica e asportato il focolaio di osteomielite sospendiamo ogni terapia antibiotica. E ora potete leggere la notizia che riporta le conclusione del congresso recente medico con l’aggiornamento delle linee guida 22 ottobre 2012 (Congresso Medico) – Le infezioni del piede diabetico costituiscono la causa più frequente di amputazione delle estremità inferiori, nel mondo occidentale; il 75% delle amputazioni non traumatiche, infatti, riguarda persone con diabete. Le conseguenze di tali eventi sono devastanti sotto il profilo socio-occupazionale, ma anche per il rischio di depressione e di ulteriori amputazioni; inoltre, si stima che la sopravvivenza a 5 anni dopo un’amputazione del piede sia del 50%. Per questo motivo, risulta necessario agire tempestivamente e in maniera aggressiva sulle lesioni del piede in stadio precoce, considerato che quasi un quarto dei soggetti diabetici svilupperà un’ulcera a tale livello, nel corso della propria esistenza. Nel giugno scorso, l’IDSA (Infectious Diseases Society of America) ha emanato un aggiornamento delle proprie linee-guida sulla diagnosi e il trattamento del piede diabetico infetto, pubblicato su Clinical Infectious Diseases. Il nuovo documento, redatto dal Prof. Benjamin A. Lipsky (Seattle, Washington; USA) e coll., sottolinea l’importanza della costituzione di team multidisciplinari che coinvolgano specialisti in malattie infettive, podiatri, chirurghi e ortopedici (oltre ai diabetologi). Le nuove linee-guida affrontano in maniera evidence-based 10 spunti di discussione sulla gestione del piede diabetico. Tra le raccomandazioni formulate, gli autori propongono di considerare verosimilmente infetta una lesione purulenta e/o con >2 tra i classici segni (rubor, tumor, dolor e calor). Circa il 50% delle ulcere non risulta infetta, e non deve quindi essere trattata con antibiotici per il rischio d’insorgenza di resistenze; le altre necessitano di un trattamento urgente e appropriato, eventualmente in regime di ricovero ospedaliero (in presenza di alterazioni metaboliche o di sintomi/segni sistemici). L’identificazione delle lesioni infette deve tener conto di eventuali fattori di rischio (ulcere presenti da oltre 30 giorni, storia di ulcere ricorrenti o di amputazioni pregresse, ferite traumatiche, coesistenza d’insufficienza renale o di vasculopatia). La gestione può comprendere appropriate tecniche di imaging (Rx tradizionale o RM) e colturali, per escludere la presenza di osteomielite. Nella maggior parte dei casi, le infezioni risultano polimicrobiche, con coinvolgimento più frequente dei cocchi Gram-positivi aerobi (specialmente Staphylococchi). I bacilli Gram-negativi aerobi sono spesso copatogeni nelle infezioni croniche e in quelle insorte dopo terapia antibiotica, mentre gli anaerobi obbligati determinano sovrainfezioni nelle ulcere ischemiche o necrotiche. Il trattamento deve prevedere, oltre a un’appropriata terapia antibiotica, il debridement chirurgico con asportazione delle componenti necrotiche, adeguate medicazioni, lo scarico mediante riposo o utilizzo di opportune ortesi, e il miglioramento del circolo dell’area infetta (anche attraverso procedure di rivascolarizzazione chirurgica), con ripetizione dell’esame colturale successivamente allo sbrigliamento. Nelle aree rurali, viene proposto il ricorso a consulenze di esperti mediante la telemedicina. Tra gli errori gestionali più frequenti, ricordati dagli autori, vi sono l’utilizzo inappropriato, eccessivamente prolungato o non necessario di antibiotici, o la mancata correzione delle condizioni predisponenti (arteriopatia periferica, scompenso metabolico, ecc.). Altro elemento fondamentale è costituito dal follow-up, regolare e a lungo termine, del paziente diabetico che abbia sviluppato un’infezione del piede. Clin Infect Dis 2012;54(12):1679-1684