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La terapia dell’ulcera flebostatica o venosa degli arti inferiori

La terapia di un’ulcera venosa si basa su alcuni capisaldi .

Questi sono: terapia della causa ( eleminazione o risuzione della causa ) e terapia della lesione.

1. trattamento di base

2. terapia medica .

3. elastocompressione

4. medicazione topica

5. chirurgia

6 Ossigenoterapia normobarica

7 scleroterapia

8 Consigli igienico dietetici e fisici e postural

 

 1. Il trattamento di base deve considerare il paziente nella sua globalità, per cui molta importanza ha il suo stile di vita, la sua attività fisica, il suo lavoro, la presenza di obesità, diabete o altre malattie concomitanti.

2. La terapia medica agisce con  farmaci che agiscono sulla parete delle vene, sul  tono venoso, l’aumentata permeabilità capillare, l’edema, la ridotta attività fibrinolitica, l’incremento del fibrinogeno plasmatico, le anomalie della funzione leucocitaria, il controllo del dolore e delle sovrainfezioni, le malattie concomitanti.

Una buona efficacia è pòosseduta dai bioflavonoidi  e non dimentichiamo che gli estratti del mirtillo sono molto utili per le parti delle vene e delle arterie

3. La elastocompressione  è efficace in tutti i pazienti portatori di un’ulcera venosa causata da stasi non altrimenti eliminabile. Se la insufficienza venosa è data da insufficienza della vena safena grande o piccola chiaramente più che ricorrere alla elastocompresione si deve passare alla terapia chirurgica. La elastocmpressione viene magnificata dal movimenti. Meglio il movimento attivo ma anche il passivo serve. Trattasi di una pompa muscolare che si potenzia con la elastocmpressione.

Nella fase acuta dell’ulcera è preferibile una compressione fatta con bende anelastiche, con bende all’ossido di zinco o con un bendaggio multistrato. Questi bendaggi si possono lasciare in sede anche una settimana ma meglio cambiarlo almeno ogni 3 giorni per fare respirare la ulcera. In questa maniera si fa diminuire l’essudato e si evita che l’essudato provochi macerazioni. La compressione mediante calze elastiche è utilizzata iin qualsiasi caso in cui vi sia una insufficienza venosa con edema e dermatite e linfostasi anche per prevenire le recidive

Si possono usare  calze della 2° classe di compressione ma ossono essere usate anche di prima classe . Dobbiamo considerare che una calza da seconda calsse non è piacevole da indossare, sia per persone giovani che di una certa età.

 Nei pazienti anziani o quando coesistono problemi di mobilità articolare può essere più facile far indossare due calze sovrapposte l’una sull’altra della 1° classe di compressione.

4. la medicazione topica dell’ulcera venosa deve assicurare la detersione della stessa, la conservazione del microambiente, la protezione dagli agenti infettanti e la stimolazione dei meccanismi riparativi cellulari.

Il consiglio è sempre di agire globalmente in maniera razionale per promuovcere con piu azioni e fattori la guarigione e la granulazione dei tessuti.

Quindi anche senza passare alla chirurgia dobbiamo abbinare spesso o quando se ne rende utile  lo “sbrigliamento” o “debridement”, che può essere autolitico o enzimatico o meccanico, atto a rimuovere il tessuto necrotico con le componenti essudative e la correzione delle alterazioni del microambiente. Di medicazioni simili e che mirano ad ottenere gli stessi effetti ve ne sono molte  anche perche la patologia è frequente e tutte le ditte farmaceutiche ne traggono utili vantaggi economici .

L’esperienza dimostra che ogni soggetto ha una sua risposta individuale.  Non tutte le persone rispondono nelle stessa maniera e negli stessi tempi. Un farmaco può dare vantaggi per un certo period e poi non avere piu benefici per cui conviene cambiare. Spesso nel corso della terapia si cambia il tipo di farmaco e questo non vuole dire che la terapia attuata non sia quella giusta ma solo che è giusta per un certo periodo e poi l’organismo si abitua e non risponde piu in maniera ottimale

Nella storia naturale dell’ulcera si possono avere periodi con fae necrotica, fibrinosa, essudante, infetta, detersa, ganuleggiante, in fase di riepitelizzazione.

Solo quando la lesione si superficializza, si può ricorrere alle medicazioni cosiddette biologiche, utilizzando delle sottili pellicole a base di cellulosa o di acido jaluronico, che da una parte esercitano una funzione protettiva, impedendo l’infezione dell’ulcera, dall’altra forniscono un buon supporto per la migrazione e la proliferazione delle cellule basali dell’epidermide, mantenendo un adeguato livello di umidità, che evita l’essiccamento della lesione

5. La terapia chirurgica dell’ulcera mira a risolvere due problemi a) la correzione dell’insufficienza venosa superficiale, qualora presente  sia con la safenectomia che con lo striipping breve e sia con la legatura mirata di perforanti isnufficienti

b) la copertura dell’ulcera mediante innesti di cute, non solo autologa, ma anche omologa, allo scopo di ridurre i tempi di guarigione.

6) La ossigenoterapia normobarica è una ossigenoterapia localizzata, distrettuale che risulta la terapia più semplice e con maggior efficacia dopo la terapia chirurgica, sia per favorire la granulazione sia per far attecchire I trapianti.

Per tale terapia fare riferimento al sito www.mpsystem.info in cui si parla di tale terapia e del dispositvo medico ULCOSAN . Esso rappresenta l’unico dispositivo brevettato, certificato e registrato press oil Ministero della Salute che è presente dal 2003 sul mercato italiano

7 La scleroterapia della vena nutrice dell’ulcera o di altre vene perforanti insufficienti può trovare la sua indicazione in casi selezionati sotto guida ecografica, anche se è presente un’ulcera aperta.  Deve essere compiuta solo da medici esperti in qaunto una scleroterapia non ottimale può portare a lesioni maggiori per necrosi di tessuti periulcera

8) Lo stile di vita è poi fondamentale e quindi vale sempre il consiglio di una vita sana con movimenti attivi periodici e costanti. Si deve poi evitare di stare in stazione eretta troppo a lungo.    ( specie per le pazienti di sesso femminile abituate a stirare a lungo) .

I movimenti attivi e passivi sono poi sempre consigliati per le persone con difficoltà la movimento. La terapia fisica può migliorare la mobilità articolare della caviglia, spesso compromessa in questi pazienti portatori di ulcera venosa da lunga data e servono da pompa muscolare. Utile la biciletta da casa o la pedaliera servoassistita che da possbilità di movinenti servoassistiti e quindi meno impegnativi per la persona anziana